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HIERONYMUS MONTISARDUI

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Gerolamo Melcarne

“Il Montesardo” (Montesardo, 1580 ca – Lecce?, 1642 ca) tra Firenze, Napoli e Terra d’Otranto

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Gerolamo Melcarne nasce probabilmente intorno agli anni Ottanta del sec. XVI a Montesardo, piccolo centro di origine Messapica del Capo di Leuca. Per poter intraprendere l’attività musicale, Melcarne divenne chierico e in seguito apprese l’arte del contrappunto. Divenne anche abile suonatore di chitarra spagnola.

Nel 1606 Melcarne frequenta i più importanti centri musicali italiani (Venezia, Mantova, Firenze, ...) ed entra in contatto con i maggiori esponenti di quel rinnovamento culturale e artistico che faceva capo alla Camerata dei Bardi: poeti e musicisti del valore di Giulio Caccini, Jacopo Peri, Giovanni de’ Bardi, Alberigo Malvezzi, Giovanni del Turco e diversi altri. In questo periodo il Montesardo dà alle stampe le sue prime opere: El Primero libro de la cançiones villanellas e, soprattutto, la Nuova Inventione d’Intavolatura. Per sonare li balletti sopra la Chitarra Spagniuola, senza numeri e note. A quest’ultima opera si deve la fama, al nostro tempo, e forse anche allora, del Montesardo. L’opera contiene una raccolta di danze e arie molto in voga tra fine Cinquecento e Seicento (Bergamasca, Follia, Aria di Ruggero, Ballo del granduca, Sarabanda, ecc.) e rappresenta il primo esempio di intavolatura alfabetica per chitarra spagnola; appaiono inoltre in essa, per la prima volta nelle opere a stampa in Italia, la Ciaccona e la Passacaglia, danze di origine spagnola.

Da Aprile a Settembre del 1607 Melcarne viene assunto come cantore presso la cappella di San Petronio a Bologna. Nel 1608 è maestro di cappella del duomo di Fano e fa pubblicare la sua opera VIII, gli Ecclesiastici Concentus. Nello stesso anno vede la luce L’Allegre Notti di Fiorenza. L’opera, oltre a rendere omaggio alla città toscana attraverso un “viaggio musicale” nei suoi luoghi più rappresentativi, in cui intervengono “i più eccellenti musici”, rappresenta l’adesione del Montesardo al nuovo stile musicale, la monodia, che avrà modo di riprendere e perfezionare quattro anni dopo ne I Lieti Giorni di Napoli.

Nel 1609 è maestro di cappella della cattedrale di Ancona. Nel 1611 si trasferisce a Napoli dove un anno dopo darà alle stampe la sua opera XI, I Lieti Giorni di Napoli: l’intento dell’autore è di far conoscere all’ambiente musicale napoletano, ancora legato alla polifonia, la nuova maniera di cantare nello stile fiorentino. Fino ad allora, a Napoli, erano state pubblicate solo due raccolte di villanelle e di canzonette monodiche di Francesco Lambardi; ciò testimonia quanta importanza l’opera XI assume nel tracciare un percorso sullo sviluppo delle nuove tendenze musicali nel Regno di Napoli.

Nello stesso anno il Montesardo ritorna in Terra d’Otranto per curare la stampa di un’opera sacra, l’Amphiteatrum Angelicum Divinarum Cantionum dedicata al barone Angelo Gallonio di Tricase. Nel 1619 è maestro di cappella presso il duomo di Lecce, così risulta infatti dall’op. XVI, Paradiso Terrestre. Negli anni a seguire videro la luce mottetti, vespri e messe, le cui partiture sono andate perdute. E’ legittimo pensare, dunque, che Gerolamo Melcarne abbia trascorso gli ultimi anni della sua vita in Terra d’Otranto ricoprendo ruoli in ambito ecclesiale e apportando le novità stilistiche, apprese nei suoi viaggi, nell’ambito esclusivo della musica sacra. Se fosse riuscito a far attecchire le nuove idee musicali a Napoli e nel Sud Italia non ci è dato saperlo. Siamo comunque consapevoli che il compositore di Montesardo contribuì notevolmente a quello scambio di conoscenze, forme e stili tra i più importanti centri musicali italiani.

Un personaggio eclettico che faceva suo ciò che di nuovo era nell’aria e lo riproponeva animato da un forte intento divulgativo.

Ensemble Terra d'Otranto

CRISTINA FANELLI (soprano);

ALBERTO ALLEGREZZA (tenore);

ANGELO DE LEONARDIS (basso);

DORIANO LONGO (violino barocco);

LUCA TARANTINO (chitarra spagnola, tiorba in 3. 5. 11. 21.);

PIERLUIGI OSTUNI (tiorba);

CHRISTIAN ACCOGLI (organo, cembalo)

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