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Giovanni Petrone Organo
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Giovanni Petrone
Organo
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Molti pensano che su un organo, con 45 tasti e con la prima ottava corta, il repertorio da suonare sia limitato a pochi brani di determinati autori nostri connazionali. Questa incisione, oltre a mettere in risalto l’organo “Francesco Pasquale D’Onofrio” del 1775 di Carunchio (CH) con le sue molteplici sonorità (uno degli strumenti più belli tra quelli recentemente restaurati tra l’Abruzzo e il Molise – attualmente in funzione), è la dimostrazione che su un organo antico italiano è possibile eseguire un vasto e pluricentenario repertorio organistico anche di compositori d’oltralpe. Da qui, ne consegue il titolo del digipack: “Suoni antichi d’oltralpe”, un suono apparentemente lontano dal punto di vista geografico ma che in realtà è molto vicino al gusto italiano come nelle composizioni di J. K. Kerll (studiò con Carissimi e Frescobaldi a Roma) e J. Pachelbel che grazie alla corte viennese ebbero modo di conoscere le partiture del nostro “bel paese”, la culla della musica strumentale barocca. In aggiunta, in questo lavoro, si è dato ampio spazio all’opera contrappuntistica dell’olandese J. P. Sweelinck, un autore poco noto e poco eseguito sulle tastiere storiche in Italia, proprio per mettere in risalto, attraverso le variazioni su canzoni secolari e sacre, le sonorità variegate e brillanti dell’organo D’Onofrio. Per completare il ventaglio timbrico europeo sono stati eseguiti anche la Chaconne di J. K. F. Fischer, tedesco dall’influsso francese, e il preludio BuxWV 163 in sol minore di D. Buxtehude per quanto concerne il repertorio barocco della Germania del nord.
Giovanni Petrone
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